Editoriale di Dicembre: Buon Natale e Felice 2018!

editoriale cedisma

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Nella vita quotidiana, in tutti gli ambienti, i valori che avevano guidato le azioni delle persone non paiono più importanti, ciò che conta al giorno d’oggi è il singolo, è l’individuo, gli altri sono utili solo in quanto servono al soddisfacimento dei propri desideri. Il mito della libertà dell’individuo, della possibilità di scegliere e agire in base alla propria volontà, di decidere della propria esistenza indipendentemente dai condizionamenti sociali e dai principi morali, si è diffuso tra la popolazione italiana: questo è preoccupante, perché quando l’agire dell’uomo non viene guidato da considerazioni etiche superiori alla mera esistenza concreta, quando l’individuo agisce in virtù solamente del proprio soddisfacimento personale, privo di ideali superiori capaci di dare norma all’azione stessa, la libertà diventa criterio assoluto, l’unica norma che regola il comportamento.

La nostra società in questo periodo è disorientata, povera di ideali stabili capaci di farle perseguire obiettivi comunitari e culturali significativi, la spinta ideale che aveva coinvolto diverse generazioni di persone, dal dopoguerra in poi, sembra perduta; i propositi che i nostri padri hanno assunto alla base del loro operare in un contesto ambientale e lavorativo difficile non sembrano più in grado di coinvolgere ed aggregare i cittadini italiani, per il bene comune, notiamo ad esempio come le motivazioni che portarono alla costituzione dell’Unione europea si stiano sempre più affievolendo sotto la spinta di appetiti nazionalistici che rischiano seriamente di incrinare tutto ciò che di buono e positivo è stato costruito fin ora.

E’ una società che possiamo affermare non-educativa. Essa, infatti, non si occupa dell’educazione, relegando l’importante compito di formare i propri ragazzi alla cittadinanza attiva solamente alla famiglia e alla scuola, non si prende cura delle persone in via di sviluppo, opera, agisce, prosegue la sua corsa senza pensare alle conseguenze effettive delle sue scelte sui giovani.

L’Italia non può essere solo un Paese per “vecchi”. Occorre pensare al futuro, occorre pensare ai giovani, occorre pensare all’educazione. La sola via capace di dare speranza ad un Paese in declino e depresso. Alla vigilia di questo Santo Natale umilmente preghiamo affinché il Signore ci aiuti a comprendere l’importanza dell’educazione e di una società sempre più educante.

 

Luigi d’Alonzo